"Dottoressa, paura e fobia del dentista sono la stessa cosa?"
"Premetto che la paura è una condizione di allerta che ci protegge dai pericoli, quindi non le attribuirei una connotazione negativa.
Può diventare problematica quando attinge ad ansia o angosce più profonde. In questo caso, può trattarsi di una vera e propria fobia, cioè di una paura intensa, irrazionale e persistente. "
"Da cosa nasce la paura nel bambino?"
"La paura del dentista può essere un'emozione provata verso qualcosa di sconosciuto. Il bambino immagina la sua prima visita/trattamento in base a ciò che gli è stato raccontato dai genitori o dai compagni oppure a quello che ha visto alla televisione.
Può insorgere anche a seguito di situazioni esperienziali negative. Immaginiamo la corsa dal dentista e le cure dopo una caduta e una frattura di un dentino".
"Come si comporta il bambino spaventato?"
"Nella mia esperienza clinica, appena entrato si nasconderà dietro al genitore, o farà i capricci, oppure piangerà, calmandosi non appena la mamma lo consolerà.
Qui si osserva la prima differenza: nella fobia il bambino sarà più difficilmente consolabile, cercherà vie di fuga, suderà o avrà un respiro affannato".
"Come consiglia di intervenire per ridurre la paura?"
"Prima di tutto la Dentista deve creare un rapporto di fiducia con il bambino"
"Cosa può fare il genitore?"
"Suggerirei di:
1. rivolgersi ad una Specialista che ha indubbia esperienza nelle cure dei piccoli pazienti
2. effettuare solo i trattamenti necessari ed evitare gli overtreatment (ad esempio, non effettuare trattamenti indaginosi su denti da latte prossimi alla permuta, cioè che stanno per cadere)
3. non rimandare le cure dei denti compromessi (salvo diversa indicazione del medico), per evitare ascessi, gengiviti ed altre condizioni dolorose
4. abituare il bambino allo Studio dentistico attraverso visite periodiche di ambientamento
5. parlare positivamente dell'esperienza vissuta.
"Come consiglia di affrontare la fobia del dentista?"
"Questo è un tema delicato. La fobia è una paura molto accentuata, che attinge alle parti più profonde dell'inconscio.
Nella mia pratica quotidiana come dentista esperta nella cura dei bambini, prediligo un approccio graduale.
Ho ideato il protocollo delle 3 A: Ascolto, Ambientamento, Assertività.
Cerco di creare un rapporto di fiducia col piccolo paziente, lavorando su stimolazioni emotive positive.
Preferisco non applicare in prima istanza metodiche di sedazione. L'approccio farmacologico dà risultati immediati ma trovo utile tentare di far crescere un rapporto di amicizia e stima; solo successivamente proporre ai genitori la sedazione o l'anestesia generale.
Se il bambino soffre di crisi assimilabili ad attacchi di panico, trovo utile il confronto con un neuropsichiatra infantile.
Spesso i genitori sono restii a questo tipo di approccio: saranno sorpresi degli effetti positivi. Un medico preparato ed empatico può alleggerire il bambino da stati di angoscia che compromettono le sue attività e relazioni sociali".
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